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Siena, suore barricate nel convento: rifiutano il cambio della madre superiora

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La nuova madre superiora arriverà. Al momento non ci sono a questo proposito date o tempistiche certe, ma dalla Curia non vengono fatti e non sono neppure ipotizzati passi indietro rispetto a tale decisione: un cambio alla guida del convento di clausura di Maria Tempio dello Spirito Santo a Pienza - in provincia di Siena - avverrà sicuramente. Ciò accadrà nonostante la netta e forte contrarietà espressa in varie forme dalle tredici monache benedettine che vivono nel bell’edificio pientino, un palazzo ottocentesco dal quale si gode uno splendido panorama della Valdorcia, un edificio affrescato dall’artista Dario Neri.

Le monache difendono l’operato della loro attuale madre superiora, suor Diletta, un ex maresciallo delle Guardie Forestali nelle Marche prima che scoprisse la vocazione e che indossasse la veste religiosa. Ieri le monache hanno sistemato un catenaccio nel cancello di ingresso dell’edificio e dall’ora pomeridiana hanno anche staccato il telefono del convento: segni inequivocabili di una volontà di allontanarsi dal mondo circostante e da ciò che sta avvenendo in queste ore, ora però che sono già entrate fortemente in un frullatore anche mediatico e che la loro vicenda è già balzata all’onore delle cronache.

Monache troppo social, suore di clausura che andavano a fare la spesa al supermercato in nove in un pulmino e che ospitavano persone nel loro convento. A più di un pientino non è piaciuto il loro atteggiamento, giudicato troppo leggero rispetto a quelle che sarebbero le disposizioni previste per delle suore di clausura. C’è, infatti, chi le ha viste andare al supermercato, a bordo di un furgone da nove posti; chi le ha viste recarsi in banca. E ancora: le monache avevano aperto un sito internet e anche dei profili social attraverso i quali pubblicavano fotografie e pubblicizzavano dei prodotti alimentari da loro realizzati. Per vendere quei prodotti, anche formaggio e miele, avevano dato vita pure a un mercatino. Le religiose affittavano stanze del convento a visitatori, offrendo la possibilità di vivere l’esperienza di soggiornare in un convento di clausura.

Atteggiamenti, questi, che non sono passati inosservati, né in Curia né tra gli stessi abitanti di Pienza. Sono stati proprio alcuni pientini a lamentarsi, a non riconoscere in questi atteggiamenti ciò che ci si attenderebbe da delle religiose di clausure. Ci sono state delle segnalazioni, delle lamentele, e la voce è arrivata fino in Vaticano. Tanto che, proprio dalla Santa Sede, è stato inviato sul posto un visitatore apostolico con il compito di visionare il tutto e di valutare cosa stesse avvenendo. Ciò che ha visto non deve essere piaciuto.

Servizio completo sul Corriere di Siena di mercoledì 22 febbraio