
Siena, primo disco dei Panda Pakse tra energia, rabbia e volti mascherati

Si chiamano Panda Pakse e proprio ieri (9 dicembre 2022) è uscito il loro disco. A Siena, nella loro città., c'è attesa per poter incontrare la band ed ascoltare i pezzi da loro composti. Il cd si intitola Questo viaggio, contiene sei brani e i quattro componenti del gruppo, che hanno l’intrigante caratteristica di suonare mascherati e di non voler rivelare i propri nomi, raccontano come è nato sia il sodalizio che anche il loro Ep, che è stato lanciato su Spotify, Amazon e altre piattaforme. E’ solo il primo passo, in attesa di un evento che presenterà la loro musica dal vivo.
A Montisi arriva Pino Scotto, ex frontman dei Vanadium. Monaci: "E' innamorato della nostra terra"
Si tratta di un lavoro che si rifà alla tradizione cantautoriale italiana ma con un twist diverso, in chiave moderna, con spunti rock dal gusto retro anni Novanta e spesso note nostalgiche, un po' di rabbia e tanta intensità emotiva. Ma perché non rivelare la propria identità? “In un mondo dove si fa a gara a essere i più visti, i più clickati, i più seguiti - spiega un portavoce a nome di tutti i componenti della band - noi ci mettiamo una maschera e non ci teniamo ad essere riconosciuti. Forse perché quello che cantiamo qualche volta fa male anche a noi. Abbiamo volutamente scelto di registrare pochi brani per due motivi; il primo è che siamo «bestie» da palcoscenico, e il secondo è che questi sono i pezzi che più ci rappresentano, che maggiormente raccontano il nostro viaggio, la nostra evoluzione musicale. Una progressione che, come è giusto e naturale che sia, è sempre in movimento. Non a caso stiamo già lavorando al prossimo album”.
Note di sogni, concerto rock all'insegna della solidarietà organizzato dal Rotary Club Montaperti
E' il momento di scoprire chi sono in realtà i Panda Pakse: “Ci siamo formati nel 2019, e fin dall’inizio non abbiamo accettato di identificarci con un volto. Così abbiamo scelto l’immagine di un animale che, nell’immaginario comune, è pacifico e solitario, e forse proprio per questo a rischio di estinzione. La maschera determina l’appartenenza e l’identità del gruppo. Celare il viso è goliardia, ma al tempo stesso necessità di nascondersi, per calarsi ancora meglio nel ruolo di musicista e artista. Il titolo del disco deriva dal primo brano che contiene: un viaggio introspettivo e onirico, che mette a nudo la fragilità dell’essere umano di fronte non solo al rapporto tra uomo e donna, ma anche nel quotidiano confronto con sé stessi. Questo è un lavoro che raccoglie due anni vita e di pandemia, di energia repressa e rabbia inespressa. Un collage di suoni e testi in bilico in questo tempo. C’è tutto: la noia, la pigrizia, il lavoro che sottrae energia e il vino rosso che dà ebbrezza e porta torpore. La magia però arriva sul palco, sotto al quale c’è energia, e a casa si va più spensierati ma anche più riflessivi”.
Gianna Nannini, agenti raffigurati come maiali: "Nessuna offesa alla polizia, ma video della canzone contro gli abusi di potere"