
Covid Siena, Mario Tumbarello: "Mille pazienti trattati con i farmaci antivirali. I sintomi sono come quelli dell'influenza, serve il tampone"

“Siamo in un plateau. Il Covid è in una situazione stazionaria: non cresce, e questa è una buona notizia, non cala, e questa è una notizia meno buona perché significa che il problema c’è ancora”. E’ l’analisi del direttore del reparto di Malattie infettive e tropicali dell'Aou Senese, Mario Tumbarello, professore ordinario nel dipartimento di biotecnologie mediche all’Università Siena.
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Il quadro dei ricoveri alle Scotte sembra sotto controllo: ieri erano 30, con sei ricoveri e tre dimissioni.
"Siamo sempre intorno ai 30 pazienti in cura. Significa avere una situazione ben diversa da quelle che abbiamo vissuto in passato, ma che la prospettiva di liberarsi del virus resta lontana”.
A cosa si deve l’attuale fase di relativa serenità?
“Oltre alla protezione dei vaccini, sicuramente al fatto che Omicron è meno aggressiva rispetto alle varianti precedenti. Poi alle armi efficaci che abbiamo a disposizione: i farmaci antivirali funzionano bene e da inizio anno li abbiamo usati su un migliaio di pazienti. Comunque, pur avendo deciso di convivere con il Covid, dovremmo affidarci a un minimo di accortezze, specie andando incontro a un periodo delicato come quello del Natale. Invece basta entrare in un supermercato per capire che non è così”.
Omicron che dopo quasi un anno, con le sue sottovarianti, è ancora dominante.
“Questo è sicuramente un bene. Se avesse avuto l’aggressività di Delta o delle precedenti varianti sarebbe stato diverso, considerando la sua estrema contagiosità, pari a quella della varicella”.
Dal bollettino ciò che emerge è che, per fortuna, poche persone vanno in terapia intensiva.
“Questo dipende in genere da quanto sono compromessi i quadri iniziali dei pazienti. Una situazione difficile può portare alla terapia intensiva o comunque a una ventilazione assistita; per fortuna queste situazioni rappresentano la larga minoranza. Ciò non significa che l’impegno della struttura ospedaliera non sia importante: i pazienti Covid necessitano di cautele particolari che comportano un peso organizzativo”.
Chi sta arrivando in ospedale?
“Per lo più persone non giovani con diverse malattie, o con un quadro immunitario compromesso, per esempio da chemioterapie. Poi alcune soggetti che, senza deficit, sviluppano inspiegabilmente forme severe”.
Segno che anche dopo tre anni il Covid conserva aspetti sconosciuti.
“Sì. E anche che il sistema immunitario non è un’equazione matematica, ogni individuo reagisce in maniera diversa. Ci sono soggetti autoimmuni, altri che rispondono con iper reazioni o con un deficit immunitario”.
Qual è il suo consiglio?
“Almeno un minimo di attenzione sarebbe saggio continuare ad averla, specie nei luoghi chiusi e affollati. Questo ci difenderebbe dal Covid, ma anche dal raffreddore, dall’influenza e da tutti gli altri virus che in questo periodo stanno circolando”.
Chi si ammala oggi ha l’influenza o il Covid?
“Senza fare i tamponi non possiamo saperlo. Di sicuro vaccinarsi contro l’influenza aiuta a non essere contagiati da questo virus e indirizza un certo orientamento diagnostico. Come è chiaro che contano i cluster familiari: se un parente prende il Covid è probabile che si contagi anche chi sta a lui vicino”.
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Più preoccupante il Covid o l’influenza?
“Di certo il Covid, sia per i sintomi che per la sua diffusione. L’influenza con il vaccino si tiene sotto controllo tranquillamente, anche perché la protezione è anche contro l’infezione. Il vaccino contro il Covid evita la malattia grave ed è efficace contro Omicron, ma non previene il contagio”.
Come si distinguono i due virus?
“Se all’inizio il Covid dava alterazioni di gusto e olfatto, con Omicron non è più così. I sintomi, febbre alta compresa, sono sovrapponibili e io consiglio il tampone quando ci sono dubbi, specie in chi poi dovrà visitare parenti anziani. Abbiamo a che fare con tanti patogeni differenti in questo periodo: ovviamente il Covid e l’influenza, ma anche tutti i Coronavirus che ci sono sempre stati e che producono sindromi influenzali tipiche come raffreddore e mal di gola”.
I tamponi sono ancora affidabili?
“Sì, molto attendibili. Se un test compaiono le due linee rosse non ci sono dubbi, così come è rassicurante un esito negativo. Ma parliamo dei tamponi affidabili, eseguiti in ospedale e in farmacia, non di quelli comprati su internet dei quali bisognerebbe capire l’efficacia”.
Come saranno le prossime settimane?
“Penso che molto dipenda da quello che vogliamo fare nelle nostre vite, da come vogliamo convivere con il Covid. Se tutti rinunciano a qualsiasi tipo di misura cosa succede? Io spero nulla, ma non possiamo avere certezze. Siamo stanchi: medici, operatori sanitari e anche la popolazione. Questo è comprensibile, ma ricordiamo che questo sarà il primo inverno con Omicron e senza protezioni”.
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