
Siena, omicidio Burrini: si cercano i vestiti dell'ucraino per confermare la sua presenza nella casa della donna uccisa

Vanno avanti a ritmo serrato le indagini sul delitto di Largo Sassetta dello scorso 26 settembre. Gli investigatori della Procura di Siena lavorano per cristallizzare il quadro accusatorio nei confronti dei due ucraini, zio e nipote di 39 e 25 anni, individuati come presunti responsabili della morte dell'81enne Annamaria Burrini, strangolata e rapinata in casa. L'inchiesta è nella sua fase finale dal momento che i pm stanno per mettere insieme tutti i pezzi del puzzle: entro la metà di novembre dovrebbero arrivare gli ultimi risultati degli accertamenti sul narcotico fatto assumere alla vittima e sui contenuti dei telefoni cellulari dei fermati, ma il lavoro degli inquirenti prosegue ad ampio raggio.
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Oltre all'arma del delitto – che come confermato dall'autopsia è una stringa di una scarpa che però difficilmente sarà mai rinvenuta - si cercano anche i vestiti indossati dal 39enne, ritenuto l'autore materiale dell'assassinio, il giorno della rapina. Gli indumenti sarebbero visibili dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza che puntano sulla zona intorno all'abitazione, dove è stato visto muoversi l'ucraino il giorno del delitto. Per questo sarebbero scattate, coordinate dal pm Sara Faina, attività di ispezione atte a poterli recuperare ed analizzare. Se ritrovati, rappresenterebbero un elemento ancora più granitico all'interno del compendio probatorio, dal momento che lo zio nel corso dell'interrogatorio di garanzia ha negato di trovarsi all'interno della casa al momento dell'omicidio, ma all'esterno, una versione diametralmente opposta a quella fornita, durante la confessione, dalla nipote, che aveva accettato di prendere parte alla rapina ma che è poi fuggita appena l'anziana è stata aggredita.
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Lunedì, intanto, è stato discusso il riesame della misura cautelare imposta all'uomo, che si trova ristretto nel carcere di Siena. Si attende la decisione del Tribunale ma appare difficile che possa essere accordata una modifica. Nel frattempo l'uomo ha un nuovo legale, l'avvocato Manfredi Biotti, che ha assunto la sua difesa. Non dovrebbe tenersi un nuovo interrogatorio col pubblico ministero, su richiesta, come era filtrato nei giorni scorsi. La sua posizione rimane delicata e il rischio di una condanna pesante è concreto visto il pesare di un precedente penale in Ucraina, di concorso in omicidio. Chi rimane sicuramente in carcere per il momento è la nipote, che aveva chiesto i domiciliari per l'esigenza di accudire la figlia di 5 anni: il giudice le ha negato la possibilità. Parallelamente ai due ucraini, si procede anche per fare chiarezza sulla rete dei presunti complici. In particolare la lente di ingrandimento è puntata su un 23enne senese, già denunciato, e sull'inquilino dell'anziana, sentito a sommarie informazioni. Quest'ultimo, come ha riferito alla Polizia, conoscendo il compagno della 25enne ucraina che gli aveva procurato l'alloggio dalla Burrini, raccolta una confidenza dell'anziana avrebbe dato ai due arrestati la dritta sulla presenza di contanti e preziosi in casa, cercando poi, vanamente, di farli desistere dall'intento di rapinarla.
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