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Palio, Tittia: "Non è finita qui. E ora ad agosto tutti bomboloni. Prima di salire a cavallo ho pensato ad Andrea Mari"

Martina Ciliani
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“Il mio saluto va ad Andrea Mari, prima di montare il cavallo l'ho pensato”. Sono queste le parole a caldo di Giovanni Atzeni detto Tittia, il fantino che ha portato il Drago a vincere il Palio di Provenzano sull'esordiente Zio Frac. Giunto alla sua ottava vittoria, Tittia entra nella storia e dedica il successo a Brio, fantino plurivittorioso e drammaticamente scomparso nel maggio 2021. Una vittoria per il Drago e le consorelle che gli sono state vicine, lui solo contro tutti: “Avevo molte contrade fuori dalla carriera che mi volevano bene, per me è stato molto importante il contesto” e una dedica speciale va poi alla sua famiglia: “Spesso sono schiavi di me e del mio lavoro, spero però di ripagare loro con questi successi”. 37 anni, dopo le due vittorie del 2019 di cui l'ultima con Remorex scosso, la sua è una carriera di grandi risultati ma promette: “Non voglio fermarmi qui”.

Sembra non aver avuto dubbi sin dall'inizio, dall'assegnazione dei cavalli: “La mattina della tratta lo avevo già individuato – spiega su Zio Frac – un cavallo giovane, sempre fresco e pronto. L'ho provato il giusto, sono infatti dell'idea di non eccedere durante le prove anche perché quello che conta è la sera del Palio. E così ho avuto ragione”. Ma quello che più importa per lui è “avere la consapevolezza, la sicurezza delle persone giuste al proprio fianco”. Un Palio quello dedicato alla Madonna di Provenzano che non sarà comunque dimenticato visto che a prenderne parte sono stati soltanto sei contrade. Allo stop di Civetta e Istrice infatti, è seguita l'interminabile mossa durata quasi un'ora e infine l'impossibilità di partecipare alla corsa per Leocorno e Bruco. A impensierire Zio Frac, prima la Pantera e poi la Torre, soprattutto nel terzo giro e nella fase finale: “Ho cercato sempre di tenere la mia posizione – dice Tittia – è stato un Palio difficile, c'era tanta preoccupazione dentro l'Entrone prima di accedere in Piazza”. E non ci sono stati grandi ostacoli per Titta se non nel testa a testa finale con Viso d'Angelo, il cavallo della Torre montato da Bartoletti: “Jonatan – dice Tittia – è una grandissimo fantino ma dovevo vincere io. Ne ero convinto anche se ho preferito sempre essere cauto”.

Zio Frac si è comportato bene e c'è soddisfazione per il lavoro svolto. Per lui è merito soprattutto del veterinario e del maniscalco inglese: “Non parlano una parola d’italiano - sorride Tittia – ma sono dei fenomeni, hanno fatto molto bene il loro lavoro, il cavallo era al top. Sono stati unici”. Non è mancata poi una riflessione sull'esordio di molti cavalli in questo Palio così complesso: “Penso che qualcosa dietro ci sia stato, c'è stata anche la sfortuna per alcuni cavalli che non sono stati presentati ma credo che non sia tutta colpa degli altri. Qualcosa è successo ma queste strategie ci sono sempre state, sicuramente al Palio di agosto saranno tutti bomboloni”.