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Covid, alle Scotte i primi tre trattamenti con le pillole Merck

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Pochi giorni dopo il loro arrivo alle Scotte dai magazzini del Meyer di Firenze, le pillole Merck per curare il Covid sono già state distribuite ai primi pazienti. Si tratta di tre persone, per le quali il trattamento è cominciato sabato 8 gennaio 2023 e che sono state individuate sul territorio senese dai medici di medicina generale o delle Usca, visto che non è possibile l’accesso diretto alla cura in ospedale- Prima della somministrazione, l'Unità operativa di Malattie Infettive e tropicali dell’Azienda ospedaliero-universitaria ha verificato la presenza degli specifici requisiti richiesti da Aifa.

 

 

“Ogni soggetto – spiega il professor Mario Tumbarello, direttore del reparto – deve seguire la terapia per 5 giorni, con 4 compresse da prendere ogni 12 ore per un totale di 8 al dì e 40 in tutto a fine trattamento. I criteri per accedere a questa opportunità sono simili a quelli finora utilizzati per i monoclonali: questi farmaci cioè sono riservati a persone risultate positive al Covid da non oltre 5 giorni, non ospedalizzate, paucisintomatiche e con il rischio, a causa della presenza di altre patologie, di sviluppare la malattia in forma grave. Le pillole non possono essere utilizzate da pazienti minorenni e donne in gravidanza e, per somministrarle, dobbiamo effettuare una specifica procedura sui registri Aifa che verifica la presenza dei requisiti e autorizza il trattamento. Saranno poi i medici delle Usca o quelli di medicina generale che continueranno a seguire i pazienti fino alla loro negativizzazione, salvo l’insorgenza di complicanze o urgenze che, solo in questi casi, richiedono il ricorso alle cure ospedaliere".

 

 

Al momento - prosegue il luminare - alle Scotte disponiamo di altri 17 trattamenti, sui 20 consegnati, ma sono in arrivo altre confezioni per ulteriori 70 cicli completi di terapia. La nuova cura va ad affiancare quella con i monoclonali ed è sicuramente un’arma in più di cui disponiamo per evitare l’aggravarsi della malattia e, quindi, l’ospedalizzazione ed eventuali esiti infausti. Ad ogni modo, quello che è prioritario è la vaccinazione, sia per chi non la ha ancora fatta, che per chi deve fare il richiamo con la terza dose, ed è l’unico modo per proteggerci davvero. Inoltre raccomandiamo ai pazienti Covid positivi asintomatici o paucisintomatici di non recarsi al Pronto soccorso perché è fondamentale, in questo momento, riservare le cure nell’area Covid dell’ospedale ai pazienti che ne hanno effettivamente bisogno e che presentano sintomi importanti e comorbilità”.