
Siena, abusi sessuali e botte alla figlia. L'uomo si difende dalle accuse: "Non è mai accaduto"

“Non ho mai chiesto rapporti sessuali a mia figlia e non l'ho mai minacciata di darla in pasto ai maiali”. Ha negato fermamente ogni addebito l'uomo di 72 anni della provincia di Siena a processo con l'accusa di aver abusato e maltrattato la figlia per anni, anche quando era minorenne. Al tribunale di Siena, dinanzi al collegio presieduto dal giudice Luciano Costantini, si è tenuta una nuova udienza del delicato processo, che si concentra su svariati episodi particolarmente dolorosi e drammatici. Dopo che è stato completato l'esame della madre della ragazza, si è passati all'ascolto dell'imputato, attualmente detenuto in carcere, e per questo accompagnato in aula da tre guardie carcerarie.
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Incalzato da pubblico ministero e difensore della ragazza (l'avvocato Daniela Acco), l'uomo ha respinto con forza le accuse circostanziate e legate agli episodi denunciati, davanti agli occhi della presunta vittima, seduta in aula. “Non le ho mai richiesto di avere rapporti sessuali” ha detto l'uomo, cui è stato chiesto conto anche delle presunte minacce rivolte alla giovane. Secondo la Procura di Siena, nella persona della pm Silvia Benetti, l'uomo si comportava come un “padre padrone” e trattava la figlia come la sua donna. Per gli inquirenti non solo ne abusava ma pretendeva da lei l'assoluto silenzio, minacciandola pesantemente di morte se avesse osato raccontare a qualcuno dei soprusi subiti. “Non le ho mai detto che l'avrei data in pasto ai maiali come è stato sostenuto più di una volta” ha affermato l'imputato, in riferimento a un episodio che era emerso durante indagini.
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Secondo gli inquirenti poi, il 72enne scriveva continui messaggi alla ragazza, e l'avrebbe pure spiata dalle fessure della porta, approfittando di lei quando le spalmava creme sulle gambe. Tutte circostanze però che il detenuto – difeso dall'avvocato Alessandro Betti – ha negato con forza. Secondo l'accusa la ragazza veniva anche picchiata, nell'inchiesta si riferisce infatti pure di un pestaggio particolarmente violento. Un vero inferno, terminato solo quando lei ha raggiunto la maggiore età ha trovato la forza di uscire da quel guscio di enorme sofferenza e di liberarsi di fronte alle forze dell'ordine, puntando il dito contro il padre. Il processo riprenderà a febbraio con altri due testimoni, un carabiniere che ha raccolto la denuncia della giovane e un medico. Il collegio difensivo ha respinto la richiesta della difesa dell'uomo di un confronto in aula fra lui e l'ex compagna, in merito alle violenze di cui ha parlato. (Foto di archivio).
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