
Covid, le Regioni chiedono il super green pass al governo: severe restrizioni per chi non si vaccina

Il primo passo, ossia il confronto governo-Regioni, è stato compiuto. E non ha riservato sorprese. I presidenti delle Giunte, incontrando la delegazione dell’Esecutivo composta da Roberto Garofoli, Mariastella Gelmini e Roberto Speranza hanno avanzato le richieste già note alla vigilia. Ossia una “libertà a due velocità” per chi sia vaccinato (o immunizzato per aver contratto il Covid) e chi no. Chiamasi, per convenienza, super green pass. Con il certificato verde si potrà continuare a svolgere tutte le attività di adesso: dal lavoro allo stadio, dalla palestra al ristorante e la discoteca. Per chi, invece, non si è sottoposto al vaccino e ha scelto di scaricare il certificato tramite il tampone, margini ben più ristretti. A lavoro e poco altro.
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Tipo andare sui treni alta velocità o sull’aereo. C’è chi, come Roberto Occhiuto, governatore della Calabria in quota Forza Italia, ha addirittura chiesto che questo doppio binario sia applicato subito, senza aspettare i cambi di colore dalla zona bianca. Giovanni Toti, presidente della Liguria, ha poi chiesto maggiori controlli con i Paesi di confine. E questo, infatti, è un altro tema rilevante.
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L’impatto ospedaliero del Covid risulta più elevato nei territori che si affacciano a ridosso di altri Paesi, che come noto in queste settimane stanno subendo una recrudescenza del virus ben più grave rispetto a quella italiana. Ora, dunque, il governo si è riservato di analizzare e decidere sui rilievi delle regioni. Ma applicare questi due livelli appare l’unica via rispetto a chiusure generalizzate, che oltre a mortificare i comparti economici nuovamente sotto Natale avrebbero come effetto emotivo la diffusa convinzione che vaccinarsi, in fondo, non sia servito poi a tanto.
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