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Suppletive, Italia Viva gela Letta: "Faccia un passo indietro, serve un candidato del territorio"

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Filippo Tecce
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Letta ci ripensi, faccia un passo indietro in modo che tutti ne possiamo fare uno in avanti”. Le parole di Stefano Scaramelli, capogruppo in consiglio regionale di Italia Viva, suonano come l'anticamera di una rottura tra Iv ed il Partito democratico per le elezioni suppletive della camera nel collegio di Siena. Oggi di certo meno blindato: tra il centrodestra che governa la città, così come succede in diverse altre della Regione, ed il centrosinistra che potrebbe andare diviso. “I territori vanno conosciuti, battuti, vanno saputi affrontare” dice Scaramelli. Insomma, non sarà una passeggiata per il Pd ed il suo segretario Enrico Letta. “Una candidatura autorevole per Siena” diceva giovedì il governatore Eugenio Giani, che invitava i renziani ad ammorbidire i toni e ad aggregarsi allo schema che compone la maggioranza in Regione: Le stesse forze con l'aggiunta del Movimento 5 Stelle. Un fronte largo che possa sostenere la candidatura del segretario dem ed aggiudicarsi il seggio lasciato libero da Pier Carlo Padoan. Molto più facile a dirsi che a farsi. Al momento il Pd ha incassato l'appoggio di Europa Verde. I democratici lavorano ad una intesa con Psi e Sinistra Civica Ecologista. E qui si arriva alle due partite sulle alleanze. Se con M5S alla fine è possibile che il Pd raggiunga un'intesa, con Iv la strada è decisamente più in salita. E non è da escludere che si arrivi allo strappo. L'ultima riunione di Rignano in cui Italia Viva ha discusso se appoggiare o meno la candidatura di Letta, spinge nella direzione di una corsa solitaria del partito di Matteo Renzi, con una propria candidata o candidato, per poi cercare sponda favorevole in forze politiche non distanti come Azione e +Europa.
 

 

Scaramelli inquadra così il sentimento della base: “E’ emerso che un’elezione così importante deve vedere una donna o un uomo del territorio, che deve essere rappresentato”. Per Iv ci sono altre due questioni: rappresentatività, ovvero “persone che si siano misurate con delle elezioni o occupano delle cariche, che hanno battuto Comune per Comune, piazza per piazza questa zona”; e poi “merito e competenza”. Italia Viva non ha fretta. “C’è ancora un mese per presentare le candidature, noi abbiamo posto le nostre condizioni, che reputo essere razionali” aggiunge Scaramelli, che si rivolge così al segretario del Pd: “A Letta do un consiglio: ci ripensi. I territori vanno conosciuti, vanno battuti, si devono affrontare bene. Enrico ripensaci”. Da dopo la telefonata delle scorse settimane, pare che tra Scaramelli e Letta non ci siano stati altri contatti. Difficile, inoltre, pensare che il segretario possa raccogliere l’invito a defilarsi. “Tiriamo una riga e ripartiamo tutti insieme” suggerisce Scaramelli. Improbabile se non impossibile che questo accada, con Letta che ha già iniziato la sua campagna elettorale.

 

 

E allora, anche se mai dire mai, prende consistenza l'eventualità che Iv possa esprimere una propria candidatura: Paola Piomboni ed Eleonora Contucci sono due profili papabili; attenzione anche allo stesso Scaramelli, che toglie dal campo l'ipotesi di accordo con il centrodestra: “Solo forze riformiste e social democratiche”. Il Pd attende, con il segretario provinciale Valenti che auspica che Italia Viva “comprenda l'opportunità di una persona come Letta, non una candidatura calata dall’alto”. Da una parte il centrodestra compatto a sostegno di Tommaso Marrocchesi Marzi, dall’altra il centrosinistra che cerca l'unità. “Senza Italia Viva sarebbe più difficile ma possiamo vincere lo stesso” riflette Valenti.