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Siena, Ricordi di Palio mette a segno un'altra impresa: una via dedicata a Primo Arzilli detto Biondo

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Michele Fiorini e la sua banda di Ricordi di Palio hanno messo a segno un altro colpo vincente. Domenica 18 dicembre 2022, infatti, il Comune grossetano di Campagnatico intitolerà una via nella frazione di Arcille a Primo Arzilli detto Biondo, ma noto anche come Trecciolo, che in Piazza del Campo ha trionfato in 5 Palii tra il 1935 e il 1956. A Siena, dove ha debuttato nell’agosto del 1935 nel Leocorno su Rondinella, ha lasciato il segno soprattutto con il giubbetto della Civetta, portato primo al bandierino nell'agosto 1945 su Folco, nello Straordinario del maggio 1947 con Brillante e nell'agosto del 1949 con Popa. Gli atri due successi sono arrivati grazie agli scossi Salomè (luglio 1948 per l’Oca) e Mitzi (agosto 1953 per la Selva, che era nonna e dunque si tolse la cuffia). Lasciò il tufo dopo la Carriera dell’agosto 1956 nella Giraffa con Belfiore e visse sempre appunto ad Arcille. Il fatto di avere una strada col suo nome va attribuito al gruppo Ricordi di Palio che ha contattato il Comune di Campagnatico, trovando immediatamente il consenso del sindaco Elismo Pesucci.

 

 

 

Non è la prima impresa degna di nota di Michele Fiorini e dei suoi, particolarmente attivi nel 2019 prima che il Covid bloccasse tutto. In primavera, per esempio, si misero sulle tracce di Vincenzo Graziano detto Solitario, che corse 7 volte alla fine degli anni Cinquanta. Se ne erano perse le notizie, ma alla fine saltò fuori che si trovava negli Stati Uniti, in Florida. Con l’aiuto di Gabriele Guerrini, contradaiolo della Giraffa di stanza a Miami, fu organizzato un incontro, registrato e finito sui canali dello staff, in cui l'ex fantino tornò a indossare i colori di via delle Vergini, dove trovò più volte fiducia, e si commosse.

 

 

Nell'estate dello stesso anno a Selci (in provincia di Rieti) fu intitolata la stanza del Palio, all'interno della Torre comunale, alla memoria di Amaranto Urbani detto Boccaccia, sul tufo senese tra il 1932 e il 1954. Un fondamentale impulso arrivò dalla visione del documentario Boccaccia (Amaranto Urbani) il rimpianto di una vita, che venne poi proiettato in occasione della cerimonia. 

Ma il colpo da maestri fu rivelare, in autunno, il luogo in cui è sepolto Angelo Meloni detto Picino, che, tra il 1897 e il 1933, ha corso 52 volte, vincendo in 13 occasioni (quattro volte nell’Oca, altrettante nel Valdimontone, una per Leocorno, Drago, Istrice, Chiocciola e Onda) e indossando 15 giubbetti (solo Bruco e Pantera mancano all’appello). Morto il 24 gennaio 1945 a Roma, poco dopo la tumulazione al cimitero monumentale del Verano, ci fu un incendio negli archivi che custodivano i registri cartacei, rendendo complicatissimo individuare il punto dove riposa il leggendario fantino (secondo più vincente del Novecento dietro ad Aceto, che ha chiuso la carriera con 14 trionfi). Racconta Michele Fiorini: “Sono andato nella capitale e, dopo tanti tentativi a vuoto e la consultazione di registri e carteggi vari, finalmente è saltato fuori un Angelo Meloni, morto appunto nel 1945, che a novembre di quell'anno era stato sepolto in una tomba di famiglia, della quale era riportata anche la collocazione. Le date non tornavano, Picino se ne era andato 10 mesi prima, ma si scoprì che questa persona era deceduta a gennaio e, in un primo momento, tumulata in terra. A novembre, però, era stata spostata in una situazione più consona”. Così il frontman di Ricordi di Palio ha potuto deporre sulla lapide un mazzo di rose rosse, a nome di tutti i senesi. Naturalmente, davanti alle telecamere del programma.