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Palio, l'avvocato Cei: "Animalisti querelati per difendere tutti i senesi"

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Le parole pesanti usate dal presidente di Animalisti italiani, Walter Caporale, per parlare del Palio durante la trasmissione di Radio 24 “La zanzara” nella puntata del 2 luglio 2020, hanno portato il Comune di Siena e il Consorzio per la tutela del Palio a presentare querela.

 


Fiamma Cardini, responsabile dell’area immagine e comunicazione del Consorzio, commenta: “Ci siamo mossi noi, insieme all’amministrazione comunale, perché siamo la personalità giuridica che, per statuto, può agire dal punto di vista legale per la difesa della Festa e delle sue componenti. Il Magistrato delle contrade, però, è stato messo al corrente di ogni passo intrapreso ed è sempre stato d’accordo”.

La difesa è stata affidata all’avvocato fiorentino Filippo Cei, che spiega: "Il dibattito è alla base della democrazia, ed è lecito non essere tutti d’accordo. Ci si confronta anche in maniera accesa, ci si scontra, ma tutto deve rimanere entro certi limiti. Il Comune e il Consorzio sono sempre stati tolleranti con le manifestazioni di dissenso, non è che sono corsi in tribunale alla prima persona che ha alzato la voce per attaccare il Palio. La differenza, in questo caso, è dovuta ai termini utilizzati, che travalicano i confini e vanno a colpire non il primo cittadino, non il presidente del Consorzio o la singola Carriera. Qui a essere ferita è la senesità, ci tengo che sia chiaro questo punto. Qualsiasi senese, ascoltando in diretta la trasmissione, o andando a ricercarla sul sito della radio dopo averne appreso l’esistenza, ha sicuramente provato amarezza a sentirsi paragonare a un assassino, a un torturatore, a un sadico e anche a qualcosa di peggio. Si può accettare di essere definiti persone che ancora si appassionano a un qualcosa di superato e anacronistico, ognuno ha il diritto di pensarla come vuole e di difendere le proprie convinzioni, ma nei tempi e nei modi giusti. Qui sono stati utilizzati aggettivi e termini troppo crudi”.

 


Gli stessi Animalisti italiani hanno scritto sul proprio sito che il presidente "non voleva offendere nessuno" e "voleva soltanto portare avanti la battaglia in difesa dei diritti degli animali. Sono stati usati paragoni forti per creare un’iperbole, un riferimento metaforico volutamente alterato sul piano contenutistico per eccesso, non per colpire i senesi o il Comune di Siena”. Anche su questo, l’avvocato Cei ha qualcosa da evidenziare: “Si tratta di una giustificazione non richiesta che, probabilmente, indica una presa di coscienza di aver calcato troppo la mano”.